Ep.77 – Pignoramento del secondo creditore: quali sono le conseguenze?

Se vuoi, puoi guardare il video di questo articolo oppure ascoltare la versione audio podcast.

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In un suo vecchio album, Piero Pelù cantava:

«non è la fame ma è l’ignoranza che uccide!»

Sono sempre rimasto colpito da quelle parole e, nel mio lavoro, mi sono reso conto che è proprio così:

«è l’ignoranza delle conseguenze delle proprie azioni che porta le persone alla canna del gas»

Soprattutto quando di mezzo ci sono banche o finanziarie.

Oggi, quindi, in questo nuovo episodio di “Negoziare con la Banca”, vorrei parlarti di un errore killer che può condurre il tuo cliente a rimetterci tutto quello che possiede (casa e speranza comprese) e di come evitarlo.

Ma, prima di entrare nel vivo del discorso

Mi presento:

Mi chiamo Andrea Gamberi e, per lavoro, aiuto chi è in difficoltà con gli Istituti di Credito a trovare una soluzione per i propri problemi di soldi.

Per questo motivo, quindi, tutti i giorni mi trovo di fronte persone che rischiano di perdere OGNI COSA per via delle conseguenze di scelte sbagliate fatte da loro (o dai professionisti a cui avevano chiesto una mano).

Ogni giorno, quindi, mi rendo sempre più conto di quanto una palla di neve, lanciata senza starci troppo a riflettere sopra, può trasformarsi in una valanga in grado di annientare la vita di chi ne viene travolto; sia esso il debitore, la sua famiglia o i suoi garanti.

Ma mi spiego meglio:

Tempo fa ero ad un appuntamento con un possibile cliente.

Quella persona era venuta da me in cerca di un consiglio (e, come scoprii in seguito, anche di una conferma).

Il suo problema era questo:

Aveva due debiti di una certa importanza:

  • uno di circa 110.000 euro con la Banca che gli aveva concesso il mutuo per comprare la propria casa (e che aveva iscritto ipoteca di primo grado su quest’ultima);
  • ed il secondo con una Finanziaria a cui doveva circa 60.000 euro.

Il fatto era che, quella persona, non riusciva più a restituire entrambi i prestiti presi e, di conseguenza, dovendo scegliere chi pagare e chi no, aveva dato la priorità al primo (quello con la Banca) e lasciato indietro il secondo (quello con la Finanziaria).

A questo punto la Finanziaria, nel tentativo di recuperare il proprio denaro, gli aveva notificato un decreto ingiuntivo.

Decreto ingiuntivo a cui quella persona non aveva fatto opposizione.

Il debitore era calmo e sorridente

Io lo guardavo perplesso…

Pensava di avere il coltello dalla parte del manico nei confronti della Finanziaria in quanto la Banca, che aveva l’ipoteca di primo grado sulla sua casa, veniva pagata regolarmente e, quindi, riteneva che il suo secondo creditore NON avrebbe potuto fare nulla per aggredire la sua abitazione portandogliela all’Asta.

Il suo stipendio, poi, era già stato pignorato da un altro creditore (il condominio a cui doveva dei soldi) e, di conseguenza, pensava di essere in una botte di ferro e di poter trattare con la Finanziaria imponendo la sua volontà ed offrendogli un tozzo di pane per chiudere il debito con quest’ultima.

Anche il suo avvocato era d’accordo.

A quel punto, quindi, capii il motivo per cui era così calmo:

Era vittima della sua stessa ignoranza su ciò che gli stava capitando intorno…

Purtroppo per quella persona

La realtà era diversa

Nonostante ciò che pensavano sia lui che il suo avvocato, la sua casa NON era al sicuro.

Anzi…

Che cosa rischiava il debitore?

Visto che quella persona non aveva altro che si potesse aggredire oltre alla sua abitazione e al suo stipendio, e che quest’ultimo era già stato pignorato da un altro creditore, di sicuro, per riuscire a recuperare qualche soldo da lui, la Finanziaria avrebbe dovuto pignorare la sua casa.

Ed ora potresti chiederti:

«Ok… ma tanto ci sarebbe sempre il credito della banca con ipoteca di primo grado sull’immobile. A che pro pignorarlo?»

Hai ragione…

Per capire questa cosa mettiamoci nei panni della Finanziaria:

Innanzi tutto, come dicevamo poco fa, quel creditore NON avrebbe molte alternative; anche pignorando lo stipendio del debitore non potrebbe ottenere subito il proprio denaro ma dovrebbe “mettersi in coda” aspettando che il condominio abbia recuperato tutto il suo credito nei confronti di quella persona.

In conseguenza di ciò, visto che il debitore non aveva altri beni da aggredire, e che per recuperare qualche soldo dal suo stipendio ci sarebbero voluti degli anni, di sicuro l’attenzione della Finanziaria sarebbe caduta sulla sua abitazione.

A questo punto, però, la tua osservazione sul fatto che, anche pignorando quel bene, PRIMA dovrebbe essere pagata la Banca, è giusta.

Ma quell’abitazione sarebbe comunque l’unica cosa monetizzabile in un periodo di tempo relativamente breve rispetto alle alternative di quel creditore.

E, visto che la Finanziaria:

  • non avrà modo di sapere a quanto ammonta il residuo del mutuo che il debitore deve rimborsare alla Banca prima creditrice;
  • ma avrà comunque la possibilità di stimare quanto vale quell’immobile;

Potrebbe decidere comunque di agire, pignorandolo.

Mi spiego meglio con un esempio:

Diciamo che, sempre rimanendo nel caso in questione

  • il debitore dovesse ancora restituire alla Banca 80.000 euro e non 110.000 euro come, in realtà, era;
  • e che la sua casa valesse 150.000 euro.

A questo punto la finanziaria potrebbe sperare che, dalla vendita all’Asta, una volta pagato il creditore primo ipotecario, rimangano abbastanza soldi per rimborsare (almeno in parte) anche il suo prestito. In virtù di questa cosa, quindi, quel creditore potrebbe decidere di aggredire quell’abitazione, augurandosi di recuperare comunque qualcosa dalla vendita giudiziaria.

Il tutto, seguendo il principio:

«Meglio ‘qualche cosa’ di incerto che ‘niente’ di sicuro»

Ok…

Ma il debitore era regolare nei pagamenti del mutuo!

«Come fa la Finanziaria a mettere all’asta la sua casa?»

Ora…

Questa è l’origine dell’errore killer che porta tante persone alla canna del gas:

Pensare che, visto il pagamento regolare, non sia possibile pignorare quell’abitazione.

Non è così…

Anzi, è vero proprio il contrario.

Nel 99% dei casi, infatti, in una situazione come quella, se il creditore “di secondo grado” decidesse di “aggredire”, pignorandolo, il bene immobile su cui la Banca ha iscritto ipoteca di primo grado, quest’ultima NON avrà modo di impedirlo. E, di conseguenza, dopo il pignoramento, il primo creditore NON se ne starà alla finestra a guardare ma interverrà nella procedura esecutiva avviata contro il debitore ANCHE SE quest’ultimo sta regolarmente pagando il mutuo.

Tutto ciò, per due motivi:

  1. il primo è che, se non facesse questa cosa e quell’abitazione fosse venduta all’asta, potrebbe perdere la garanzia ipotecaria e, di conseguenza, i propri soldi;
  2. il secondo è che, in ogni contratto di mutuo è presente una clausola che permette alla Banca che ha concesso il prestito di far decadere il contratto (e, di conseguenza, richiedere immediatamente al debitore il rientro di tutte le somme dovute) nel caso in cui il bene posto a garanzia venga pignorato da un soggetto terzo. E, visto che NESSUNO è in grado di rimborsare dall’oggi al domani il residuo del proprio debito (a meno che questo non sia molto basso), la Banca potrà legittimamente intervenire nella procedura esecutiva in corso rivendicando quanto dovuto dal proprio cliente, ora moroso.

Dopo questa mia spiegazione, l’espressione sul volto della persona che avevo davanti era cambiato…

«Ma il mio avvocato mi ha detto che non rischiavo nulla!»

Il tuo avvocato ha sbagliato.

Ed il motivo di questa cosa è semplice.

Il diritto bancario è una materia complessa ed articolata e, se non la conosci bene, rischi di commettere degli errori… errori che possono portare i tuoi clienti a perdere tutto quello che possiedono ed a finire sotto ad un ponte assieme alle loro famiglie.

E, visto che il 97% di chi ha un problema di soldi con una Banca o un Finanziaria si affida al primo avvocato che gli capita davanti, anche se quest’ultimo è entrato in banca solo per depositarci dentro il proprio denaro, è evidente che poi ci si possa trovare in situazioni come quella che ti ho descritto in questo episodio.

Se vuoi risolvere i problemi dei tuoi clienti e NON creargliene di nuovi allora

Ho un CONSIGLIO per te:

Formati, approfondisci la materia che stai trattando, non dare MAI nulla per scontato e cerca sempre di comprendere fino in fondo le conseguenze delle scelte prese da te e dal tuo cliente.

I tuoi consigli e le tue decisioni possono salvare o distruggere la vita e il futuro della persona che ti trovi di fronte.

Non è una cosa che devi prendere alla leggera.

Riflettici sopra.

Conosci un professionista che si occupa di saldi e stralci?

(Per esempio un avvocato, un agente immobiliare o un investitore…)

Condividi questo articolo con lui (o lei) e fagli conoscere questo progetto.

Te ne sarà grato!

Allerta SPOILER:

Nel prossimo episodio di “Negoziare con la Banca” affronteremo insieme un problema che può ostacolare la chiusura della procedura esecutiva a seguito dello stralcio del debito.

Come sempre sarà una puntata pratica e ricca di spunti operativi, quindi ti consiglio di munirti di carta e penna e di non mancare.

Ci vediamo qui tra sette giorni.

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L’autore
Andrea Gamberi

Tratto con le Banche e le Finanziarie per restituire una vita alle persone che mi chiedono aiuto… in sostanza risolvo problemi e non ne creo di nuovi.

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